La riabilitazione per l'età evolutiva e adulta

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Ansia da prestazione scolastica: i nostri consigli per genitori ed insegnanti

scritto da Francesca Amorosi, Psicologa-Psicoterapeuta

ANSIA POSITIVA ED ANSIA NEGATIVA

L’ansia scolastica nasce dal normale desiderio di essere amati e ammirati e dalla paura di essere rifiutati e ridicolizzati dagli altri. Essa racchiude la paura dell’insuccesso, del giudizio negativo, il timore di non essere capace di superare la prova che si deve affrontare. E’ normale e giusto che il bambino abbia un sano desiderio di riuscire e che faccia di tutto per ottenere un bel voto a scuola o vincere una gara. Si parla in questi casi di ansia da prestazione positiva, quella spinta interiore che porta al cambiamento, che produce nuove scoperte, che fa “muovere il mondo”.

Quando, invece, di fronte ad una prova il bambino si sente sotto pressione, manifestando reazioni di stress intense, durature e molto frequenti, si ha a che fare con ansia negativa. Queste risposte, presenti spesso anche nel contesto scolastico, sono accompagnate da forte angoscia, timore nel dover andar a scuola e manifestazioni psicosomatiche come mal di pancia, vomito e febbre. Le cause possono essere diverse ed anche le conseguenze contribuiscono ad alimentare il circolo vizioso dell’ansia, il senso di insicurezza e la sensazione di inadeguatezza. Spesso ci si trova di fronte a bambini con evidente abbassamento del rendimento scolastico, con perdita di interesse verso la scuola, poco tolleranti alle frustrazioni ed eccessivamente reattivi all’ironia fatta nei loro confronti.
COSA E’ IMPORTANTE FARE NEI CASI DI ANSIA NEGATIVA DA PARTE DEL BAMBINO?

Per i genitori:

  1. Promuovere e facilitare gradualmente l’autonomia: fare in modo così che il bambino possa, passo dopo passo, sentirsi capace di poter fare e saper fare da solo, nei compiti a casa, come pure nelle piccole autonomie quotidiane. Spesso proprio i compiti a casa sono fonte di ansia per tutti, genitori e bambini, supportare ed aiutare il bambino nel far da solo protegge la relazione genitore-figlio e rende sempre più sicuro il bambino.

  2. Lasciar libera scelta delle attività extrascolastiche: si riesce meglio se alla base vi è passione, e se non c’è libera scelta non può esserci motivazione e passione a far bene. E’ importante che il bambino scelga ciò che più gli piace e che vari anche le preferenze di sport o attività varie, è l’unico modo per conoscere più strumenti e poi valutare quello che attrae maggior interesse.

  3. Creare momenti di gioco libero e di solidarietà: trascorrere del tempo senza programmi è sano per i bambini di oggi, pieni di impegni da rispettare. Riuscire ad utilizzare il tempo vuoto per momenti di relax o per attività solidali può essere per i bambini un modello nuovo a cui tendere, da far proprio.

  4. Dare il buon esempio: spesso sono gli stessi genitori che sovraccaricano di aspettative i bambini, o che spingono, inconsapevolmente ad un’ aspra competizione. Questo è particolarmente evidente nelle gare sportive in cui gli adulti si lasciano coinvolgere in comportamenti eccessivi, urla o commenti negativi verso gli avversari o l’arbitro dando un cattivo esempio, contrario a valori quali rispetto dell’avversario, rispetto delle regole, sana competizione.

  5. Interessarsi alla vita scolastica dei bambini, non chiedendo solo “com’è andata oggi a scuola”…ma più intimamente domandare: Come sei stato oggi a scuola? Qual è la cosa che ti ha reso più felice? Qual è la cosa che ti è piaciuta meno? Cos’hai imparato di nuovo oggi?

Per gli insegnanti:

  1. Dare valore all’impegno e non al risultato, in questo modo il bambino si sperimenterà capace; si promuoverà così il piacere di imparare, la voglia di conoscere, l’amore per il sapere.

  2. Utilizzare rinforzi positivi: per il benessere e la buona riuscita in ambito scolastico, è più efficace 1 gratificazione che 50 punizioni. La lode per essere efficace deve avere come caratteristiche: coerenza ( rimandare al bambino che non lo si sta ingannando con finti elogi) e contingenza (deve essere esplicitata subito dopo un reale impegno del bambino).

  3. Aiutare il bambino a riconoscere ed accettare l’errore: dialogando con lui, spiegando che dagli errori si può imparare tanto; il racconto di esperienze di insuccesso da parte dell’adulto sono per il bambino possibilità nuove di conoscenza.

  4. Comprendere e riconoscere l’ansia negativa: per i bambini è fondamentale sentire che le insegnanti comprendono il loro stato d’animo e le loro paure, che li aiutino ad esprimere quello che provano non sminuendo ma rassicurando.

  5. Creare spazi quotidiani di ascolto affettivo: momenti della giornata scolastica, magari subito dopo l’entrata a scuola, per condividere esperienze, stati d’animo, per essere ascoltati per quello che si è o si prova. Fornire un contenitore di fiducia al bambino dove sentirsi sempre accolto.